Ero il peggiore incubo dei professori. Henry «Fonzie» Winkler non lo dice con orgoglio ma con la consapevolezza di chi ha scoperto a 31 anni di essere dislessico. Dietro quell’«Hey» che lo ha reso celebre nella serie TV Happy Days e dietro quel fare da «bulletto» si nascondeva un disturbo dell’apprendimento.
Ho coperto per anni il mio senso di vergogna e il senso di umiliazione con l’umorismo e ho trascorso tantissimo tempo in presidenza. Alcune professoresse di allora non capivano che ci sono bambini che hanno un modo diverso per apprendere le cose. Dicono: “Alla tua età devi saperlo fare”. Io avevo tantissimi problemi a scuola ma cercavo di nascondere questo imbarazzo camuffandomi».
"Non sono riuscito a leggere un romanzo fino a 31 anni" racconta l'attore Henry Winkler e star di Happy Days, ancora oggi si vergogna perché inciampa leggendo i copioni. Però la chiama sfida e non malattia perché non lo è. Pensavano tutti che non fosse in grado di prestare attenzione e impegnarsi a scuola, nessuno credeva in lui o nelle sue capacità. Henry Winkler capì di essere dislessico solo all'età di 31 anni, quando già interpretava il personaggio di “Fonzie” nell'indimenticabile serie TV “Happy Days”. Venire a conoscenza del suo problema lo ha, sì, sollevato, ma anche fatto arrabbiare non poco: quando era piccolo, i suoi genitori lo chiamavano in malo modo e lo incolpavano la pigrizia per il suo scarso rendimento scolastico e lo costringevano a stare lunghe ore davanti alla scrivania.
Alcune persone hanno difficoltà a leggere e a fare calcoli matematici, altre non riescono a scrivere una frase come si deve oppure si perdono per strada le parole. I dislessici provano una sensazione di inadeguatezza, di imbarazzo, e si domandano se avranno mai un futuro. Le nostre storie sono simili dice l’attore.
Henry Winkler racconta inoltre di come il suo disturbo abbia interferito durante le audizioni: stando a quanto riferito dall'attore, dato che aveva difficoltà nel leggere e nel recitare allo stesso tempo durante i casting, talvolta si trovava costretto a improvvisare. Ero imbarazzato. Non riuscivo a leggere quello che c'era scritto sulla pagina, così cercavo di usare l'umorismo per coprire gli errori. Non sapevo di essere affetto da una malattia, quindi semplicemente incespicavo sulle parole e gli altri lo tolleravano.
Quando Henry Winkler interpretava il personaggio di Fonzie, riceveva circa 50mila lettere a settimana dalle sue ammiratrici, uno di quei messaggi lo ha tenuto stampato bene in mente, ogni giorno della sua vita. Recitava: Se lo vuoi davvero, non è un sogno. E’ quella la cosa che conta. Io da quando ho 9 anni avevo un grande sogno: diventare un attore. Non ascoltate chi dice che siete degli stupidi perché avete delle difficoltà: anche per me era molto difficile fare i compiti o imparare anche un breve testo. Il mondo non ha bisogno solo di bambini che da grandi saranno scienziati, astronauti o dottori. Il mondo ha bisogno di gente che sa danzare e fare tante altre cose. Se si ferma la mia auto in autostrada avrò bisogno di un meccanico.
Da più di un decennio Henry Winkler scrive libri per ragazzi e va fiero soprattutto per la sua fortunata serie ha per protagonista Hank Zipzer, un ragazzino di nove anni affetto da dislessia. Il motivo? Ci ha messo parecchio del suo vissuto nei romanzi. A questi bambini dice: Io non sono speciale, non sono migliore di nessuno di voi. “Non importa se vi dicono che non siete intelligenti. Dentro ognuno di voi c’è la grandezza necessaria a coronare i vostri sogni”. Mi sembra di aver dimostrato che chi non credeva in me si sbagliava, Quindi ricordate: se avete un sogno, avete dentro di voi anche la grandezza per realizzarlo.
Fonzie ha sottolineato che ogni bambino deve diventare amico della propria dislessia, innanzitutto riconoscendo di avere un disturbo dell’apprendimento: «Non ti devi permettere di provare imbarazzo. In tutto il mondo un essere umano su cinque ha qualche tipo di disturbo dell’apprendimento. Se un bambino riconosce e comprende di essere dislessico può cercare strategie diverse che lo aiutino ad assimilare ogni tipo di materiale su cui sta lavorando». Il messaggio dell’attore è chiaro: ogni bambino deve sapere che dentro di lui o di lei c’è qualcosa di grandioso, il suo obiettivo è quello di «scoprire quale sia il proprio talento e donarlo al mondo». Come poter dargli torto.
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